Una pagina – Tre stanze per un delitto

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Tre stanze per un delitto – Sophie Hannah – 2014

Se molti da piccoli hanno cominciato con Sherlock Holmes a intraprendere la via della letteratura gialla, io al contrario sono partito da Poirot. Lo ammiravo soprattutto per il suo modo di risolvere i casi e per come si poneva davanti ad un delitto, usando solo le proprie “celluline grigie”. Questa ammirazione mi valse anche qualche gratificazione a scuola durante una lezione di italiano, che si potrebbe definire “Racconto con delitto”, nella quale solo io eccelsi e risolsi il caso. Insomma, un piccolo Poirot in erba.

Andando avanti con gli anni ho continuato a leggere Poirot, e nel momento in cui ho scoperto che era uscito un nuovo libro la mia felicità è andata alle stelle. Il mio detective preferito era tornato con un nuovo caso: una donna misteriosa e tre omicidi.

Tutto cominciò cosi, la sera di giovedi 7 febbraio 1929, con Hercule Poirot, Jennie e Fee Spring, in mezzo agli scaffali ricurvi e carichi di teiere del Caffè Pleasant

“Resterò in collera fino al giorno della mia morte, Mr. Catchpool. Grandi peccatori che perseguitano piccoli peccatori in nome della moralità: è un fatto per cui vale la pena infuriarsi.”
“L’ipocrisia è una cosa orribile” convenni.
“Tra l’altro, si potrebbe sostenere che non sia sbagliato stare con la persona che si ama veramente.”
“Di questo non sono sicuro. Se una persona è sposata…”
“Oh, al diavolo il matrimonio!” Margaret guardò i dipinti appesi nel salottino e si rivolse direttamente a loro: “Mi spiace, caro Charles, ma se due persone si amano, per quanto possa essere sconveniente per la Chiesa e contrario alle regole… insomma, l’amore è amore no? So che non ti piace sentirmelo dire.”
Ammetto che non piacque molto neanche a me.
“L’amore può causare un bel po’ di problemi” replicai.
“Se Nancy Ducane non avesse amato Patrick Ive, ora non avrei tre omicidi su cui indagare.”
“Che assurdità” Margaret arricciò il naso “E’ l’odio che porta la gente a uccidere, Mr. Catchpool, non l’amore. Mai l’amore. Vi prego usate il cervello.”
“Ho sempre creduto che le regole più dure da seguire siano un ottimo modo per mettere alla prova il nostro carattere” dissi.
“Si ma quale aspetto del nostro carattere mettono alla prova? La nostra credulità, forse. La nostra ottusa idiozia. La Bibbia, con tutte le sue regole, non è altro che un libro scritto da uno o più esseri umani. Dovrebbe esserci un avviso ai lettori a caratteri cubitali: La parola di Dio, distorta e travisata dall’uomo

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