Una pagina – Star Trek: Spock il vulcaniano

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Star Trek: Spock il vulcaniano – Kathleen Sky – 1978

Spazio, ultima frontiera. Eccovi i viaggi dell’astronave Enterprise durante la sua missione quinquennale, diretta all’esplorazione di nuovi mondi, alla ricerca di altre forme di vita e di civiltà, fino ad arrivare laddove nessun uomo è mai giunto prima.

Ho visto Star Trek la prima volta per un fortuito caso del destino. Bambino di 6 o 7 anni trovai una strana VHS, Star Trek II: L’ira di Khan. La mia immaginazione da lì è stata colpita da un siluro fotonico dritto nel nucleo di curvatura, niente è stato più lo stesso da allora.
Disegnavo e progettavo varie classi di navi stellari dai vari design, da quelli tattici a quelli più dediti all’esplorazione.
Io ne sono rimasto affascinato. Dal motore a curvatura, alle impostazioni di energia delle navi, al teletrasporto e alla configurazione di scudi, ancora adesso mi chiedo come quel genio di Gene Roddenberry abbia potuto inventare tutto questo.
Leggere questo libro è stato come rivivere l’emozione di guardare in quei pomeriggi piovosi i primi episodi di Star Trek, dove l’Enterprise comandava e non veniva distrutta ad ogni film (vedi quelli nuovi…).
Sebbene la TOS (The Original Series) non eccellesse negli effetti speciali rispetto ai nostri giorni, molto discutibili, è ancora piena di quel fascino un po’ kitsch, allo stesso tempo retrò e futurista, che ha saputo indicare la via a molte generazioni per progredire in tutti i campi dalla scienza alle relazioni umane, almeno questo è il mio punto di vista.
Ogni capitano ha lasciato dentro di me un modo di pensare, chi pragmaticamente, chi diplomaticamente. Se sono così affezionato a tutto il genere della fantascienza è perché hanno saputo trasmettermi un principio universale che va oltre questo misero pianeta.
Lunga vita e prosperità.

Spock arrivò per primo in un punto da cui si aveva una chiara visuale del campo: molti corpi, umani e di Arachniani, erano sparsi dappertutto e la lotta era ancora in corso nelle vicinanze di una delle tende gonfiabili.
Qualcuno… forse più di una persona… vi aveva trovato rifugio da tanta devastazione, ma la cupola biancoazzurra era circondata da almeno una dozzina di creature che tagliavano e laceravano la stoffa plasticizzata.
Spock si mise a sparare contro di esse e la Tremain si unì a lui, con il faser regolato per uccidere. Fra tutti e due, scatenarono una grandine di raggi sul campo e la Tremain distrusse parecchi Arachniani. Spock aveva invece regolato la propria arma solo per stordire.
In basso, le creature vennero improvvisamente indotte ad allontanarsi dal campo e si avviarono in fretta, ma con ordine, in direzione di una sporgenza rocciosa.
Il primo Arachniano la spinse di lato, rivelando un’apertura nel terreno, poi i guerrieri alieni svanirono con rapidità nel sottosuolo e la loro ritirata fu ulteriormente accelerata dalle scariche dei due faser.
Una volta che le creature se ne furono andate, la Tremain e Spock corsero verso il campo, dove regnavano l’odore del sangue e un altro odore, piuttosto strano e mieloso, che esalava dagli Arachniani storditi.
Trovarono Fitzgerald, Ackroyd, Nartin, Jeffreys e quattro guardie di sicurezza morti e con i corpi orribilmente mutilati, gli arti staccati ed enormi ferite da taglio.
Dentro la tenda semidistrutta, trovarono Angela Mendoza e una guardia di sicurezza di nome Jeff Williams, entrambi gravemente feriti e in stato di shock.
La Tremain s’inginocchiò accanto alla donna, che perdeva molto sangue.
– Contattate la nave, signor Spock – gridò da sopra la spalla. – Presto!
Credo che la Mendoza stia morendo.
Spock si chinò su Williams, gli diede un’occhiata e arrivò alla rapida conclusione che, per quanto le sue ferite fossero profonde, l’uomo non correva un rischio grave come il tenente. Estratto il comunicatore, lo apri e stabilì il contatto con l’ Enterprise.
– Capitano? – disse con voce ingannevolmente calma. – Vorrei suggerire di farci risalire immediatamente. Abbiamo due feriti gravi e parecchi morti e non mi sentirei di avanzare scommesse sulla possibilità che gli Arachniani rimangano a lungo lontano da questa zona. Siamo in pericolo.
Ci fu un lungo silenzio, poi dal comunicatore scaturì la voce assai contratta di Kirk. – Non vi possiamo assolutamente far risalire, Spock.
Anche noi abbiamo un problema: sono arrivati i Romulani.

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