Primo contest narrativo Una Modesta Proposta

Terza settimana di quarantena.

Ormai è completamente esaurito l’entusiasmo dei primi giorni, quando per galvanizzarti bastavano un arcobaleno #andràtuttobene#credici i selfie sul divano sul letto in cucina alla finestra sul gabinetto i like su instagram alle foto di te che fai palestra te che cucini te che spolveri te che leggi te che dipingi te che fai yoga te che pettini il gatto te che ammaestri le scimmie d’acqua te che fai cose qualunque cosa rigorosamente dentro casa perché #iorestoacasa.

Quelle tre subdole paroline, andrà-tutto-bene, sibilano ora nella tua mente, pronunciate con la voce viscida del serial killer che accarezza i capelli della sua prossima vittima, legata e imbavagliata, scossa dai brividi e singhiozzante, un attimo prima di trafiggerle il cuore con un pugnale.

Ti trovi ormai costretto a fare una scelta, o essere la vittima del serial killer e implodere come una stella di neutroni che collassa nel proprio stesso nucleo, o essere tu il serial killer. Tu però non vuoi essere nessuno dei due, e allora ci provi, ci provi davvero a distrarti, forza, una piccola cosa alla volta, alzati dal letto, fatti una doccia, vestiti, bevi un caffè, dai che ce la stai facendo, continua così, e poi il cane inizia ad abbaiare furiosamente. Sta prendendo i suoi dieci minuti d’aria in giardino, anche lui ormai esaurito perché non sa più dove cagare nei soliti 200 metri fuori di casa che ormai conosce in ogni millimetro, e ormai abbaia a qualsiasi cosa si muova.

Qualcosa si muove. Cosa si muove? Chi si muove? Ti avvicini alla finestra e con circospezione sollevi un lembo della tenda, ed eccolo lì, un uomo sta camminando tranquillo davanti a casa. Passeggia tranquillo e inconsapevole, come se nulla fosse. Innocente ma non innocuo. Cosa stai facendo? Dove vai? Torna a casa, devi stare a casa, hai capito? Stai-a-casa! Afferri la maniglia, ora apri la finestra e gliene urli quattro, gli dici che deve vergognarsi e che deve stare in casa come tutti, ma no cazzo, fermati, non lo vedi che è il tuo carrozziere? Potrebbe essere anche un untore della peste ma dubito che in questa quarantena tu possa esserti esercitato per diventare un guidatore migliore, fidati, chiudi questa finestra, non puoi inimicartelo perché quando tutto questo finirà di sicuro prima o poi avrai di nuovo bisogno del suo aiuto. Guarda che poi te ne penti. Ma no, il senso civico, devi dirgli qualcosa per senso civico, che se si chiude un occhio per qualcuno allora che senso ha dire di rispettare le regole. Di nuovo fai per aprire la finestra ma dai retta a me, prova a ragionare, lui abita a 72 metri e 85 centimetri da casa tua, la sua officina sta a 127 metri e 12 centimetri da casa tua, in totale sono 199 metri e 97 centimetri, ‘sticazzi, ferma quella mano che anche a volerla considerare una passeggiata sta rispettando il limite dei 200 metri. Ti rendi conto di cosa stavi per fare e corri a nasconderti nel mobiletto sotto il lavello, ti accucci, ti incùbi, ti accartocci su te stesso per trovare posto fra il cestino dell’umido e il detersivo per i piatti. Qualcuno ti ha detto che il trasportino per il cane non è una gabbia ma una tana, e che starsene chiuso in quello spazio poco più grande di lui è rassicurante, fino a questo momento non credevi fosse vero ma ora ti rendi conto che ha ragione, inscatolato dentro quel piccolo vano ti senti anche tu già un po’ più protetto da tutto quello che sta succedendo lì fuori. Inizi a dondolare su te stesso con gli occhi spalancati in preda all’ansia, andràtuttobeneandràtuttobeneandràtuttobeneandràtuttobeneandràtuttobene.

Una viscida gocciolina di umidità ti cade sulla guancia, sollevi lo sguardo ed eccola lì, una coltivazione di muffa sta proliferando proprio sotto il lavello. Prendi appunti per il dopo quarantena, contattare un professionista che si occupi di eliminare la muffa, come si chiamerà? Muffista? Muffologo? Micobuster? Ci penserai dopo, intanto muovi il culo ed esci di lì, che se non ti ammazza il Coronavirus ci penseranno le spore della muffa. Corri in bagno a guardarti allo specchio e non riconosci la persona che vedi. Tranquillo, se non sai più chi sei è perché stai affrontando qualcosa di grande e nuovo, ed è così anche per tutte le persone intorno a te e là fuori. Non c’è nessuno che possa dirti come andrà a finire perché nessuno può saperlo. E allora cosa puoi fare per cercare di capire almeno un po’ quello che sta succedendo a te e a tutti noi? Se sei un virologo puoi chiuderti in un laboratorio e studiare questo virus per capire come contenerlo e magari trovare un vaccino, se sei un virologo però probabilmente in questo momento sei troppo impegnato per trovare il tempo di guardare fuori dalla finestra il tuo carrozziere che cammina lungo la strada e decidere se è il caso di urlargli qualcosa. Per tutti quelli che non sono virologi una buona alternativa potrebbe essere prendere in mano una penna, e scrivere (puoi farlo anche se sei un virologo, quando non sei in laboratorio). Dare voce all’ansia, alla paura, alla rabbia, al desiderio di capire sapendo di non poter capire fino in fondo, a quella risata inconsulta che ogni tanto spinge per uscire, quando ti rendi conto che questa situazione ha anche un lato grottesco e paradossale. Perché scrivere, a volte, è l’unico modo che abbiamo per capire noi stessi e ciò che ci circonda. Per curarci e curare il mondo intorno a noi.

Ecco allora che Una modesta proposta indice il suo primo contest letterario per racconti brevi.

Le regole sono poche e semplici:

– il tema del racconto è il contagio, che potete affrontare sotto qualsiasi aspetto e con qualsiasi genere; il contagio fisico, mentale, in forma di racconto drammatico, grottesco, comico, horror, fantascientico…

– il racconto dovrà essere lungo minimo 4.000 massimo 8.000 caratteri, spazi inclusi, scritto con carattere Garamond 14. Il titolo non è incluso nel conteggio dei caratteri;

– dovrete inviare la vostra opera come allegato word via mail all’indirizzo info@unamodestaproposta.it entro e non oltre le ore 24:00 del giorno venerdì 17 aprile 2020; come oggetto della mail dovrete indicare solamente Iscrizione contest Il contagio e nel corpo della mail dovrete indicare cognome e nome dell’autore, eventuale pseudonimo con il quale si desidera essere pubblicati, data di nascita, indirizzo di residenza, una breve dichiarazione di inedicità dell’opera e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali secondo il seguente schema: “Contestualmente all’invio dell’opera [inserire nome dell’opera], [inserire nome e cognome dell’autore] dichiara di esserne l’autore, di non averne ceduto a terzi i diritti di pubblicazione o distribuzione o altri diritti legati al copyright e di poterne disporre in piena e assoluta libertà. L’autore autorizza inoltre il comitato organizzatore del concorso al trattamento dei propri dati personali, ai sensi del D.L.196/2003 e successive modifiche e integrazioni, limitatamente agli scopi del concorso in oggetto”;

– la partecipazione è completamente gratuita;

– la redazione di Una modesta proposta sceglierà le sei migliori opere pervenute (il giudizio è insindacabile) e le pubblicherà sul blog il giorno 20 aprile; da allora i nostri lettori avranno tempo fino alle ore 24:00 del giorno 24 aprile per votare il loro racconto preferito e decretare così il vincitore assoluto del contest;

– il vincitore riceverà un abbraccio virtuale ad un altrettanto virtuale metro di distanza, oltre ad una copia del romanzo gotico Chi decide cosa è male del collettivo Volkmann e del romanzo breve Memorial di Massimo Fagarazzi, editi entrambi da Tragopano Edizioni.

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